Le persone dicono che a settant’anni si è anziani.
Forse vale per loro, dal momento che io non mi sono mai sentita così giovane!
O forse c’entra il fatto che – per noi case – la questione dell’età funziona in modo diverso: dipende solo dalla fortuna di incontrare le persone giuste.
La mia storia, come tante altre, inizia negli anni ’50, un periodo di grande fermento che segnò la nascita di tanti appartamenti simili a me: all’incirca 85 mq, tre locali più servizi e un giardino condominiale comune.
Nascevamo per ospitare giovani famiglie come quella che mi comprò nel 1955.
Il giorno in cui entrarono a vedermi per la prima volta fu un vero colpo di fulmine, reciproco.
Non mi sembrava vero che qualcuno mi guardasse con tanto entusiasmo e amore.
Da vuota che ero, mi riempirono di giocattoli, risate, canzoni, profumi e momenti di condivisione.
Ricordo con dolcezza ogni istante passato insieme, anche quelli più tristi e difficili.
Ho visto i bambini diventare grandi e ho avuto la fortuna di conoscere anche i loro figli.
Sono stati anni bellissimi e vissuti appieno, fino all’ultimo giorno.
Fino a che la mia porta non è stata varcata per l’ultima volta, mentre le nuove generazioni andavano verso nuovi orizzonti e nuove case.
Era il 2011 e, nonostante la malinconia per il ciclo che si era appena concluso, aspettavo con ansia l’inizio di una nuova vita: ogni visita era un misto di attesa ed emozione, ma qualcosa non andava.
Negli occhi di chi mi vedeva per la prima volta non c’era più la luce di un tempo: erano sguardi perplessi, delusi e pensierosi. Un tempo ero abituata a sentirmi dire “che bella casa accogliente!” ma ormai non succedeva più.
Ascoltavo solo discorsi sugli infissi troppo vecchi, i pavimenti di marmo fuori moda e i bagni da rifare. Poi sentivo discutere di soldi, di crisi immobiliare e di svalutazione degli immobili.
Mi ritrovavo vuota da mesi e la situazione non si sbloccava, quando una donna bionda fece il suo ingresso con una piantina in mano, seguita da altre persone, e si guardò intorno con un mezzo sorriso mentre mi esaminava nei dettagli con i suoi occhi chiarissimi.
Fu attraverso di lei che imparai quanto può diventare bella una casa come me con la giusta ristrutturazione.
Imparai anche che rivalutare un immobile per venderlo al meglio è una mossa intelligente, tant’è che – dopo pochi mesi – mi ritrovai con una nuova coppia, sorridente ed entusiasta di cominciare una nuova vita tra le mie mura.
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